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giovedì 26 novembre 2015

Anassimene di Mileto e il soffio che genera la vita.

Rappresentazione artistica della concezione dell'archè secondo la filosofia di Anassimene.

Tratto dal saggio Il Sapere degli Antichi Greci, disponibile in formato cartaceo e digitale al seguente indirizzo, anche in download gratuito.


Anassimene di Mileto (-586; -528), più giovane di Anassimandro e quasi certamente suo discepolo, è il terzo in ordine cronologico di quel gruppo di filosofi naturalisti che, a partire da Talete, incentrarono i loro studi attorno alla ricerca dell'archè, cioè il principio unico di tutte le cose, da cui tutto proviene, dal quale dipendere il funzionamento dell'universo e a cui tutto tornerà. 

Ritratto di Anassimene di Mileto.
È noto che scrisse alcune opere, ma di esse ci giunge un solo frammento, che è il seguente:

«Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero.»

Pretendere di ricostruire la sua filosofia basandoci su queste due righe è chiaramente impossibile, ma per fortuna si può ricorrere a testimonianze successive ed indirette del suo pensiero, tra le quali l'opera di Ippolito Confutazioni delle eresie.

Anassimene realizza una sorta di sintesi tra le concezioni filosofiche dei suoi predecessori.

Così come fece Talete, anch'egli individua il principio di tutte le cose in un elemento fisico e concreto, che per Anassimene è l'aria, e non più l'acqua, attribuendogli però le qualità che il suo maestro Anassimandro aveva riservato per la propria ipotesi a proposito dell'archè, ovvero l'infinità e il movimento incessante, ma non l'indeterminatezza.

Anassimene quindi riporta la ricerca del principio originario su di un piano concreto agendo a livello fisico, che con Anassimandro e la sua ápeiron, invece, aveva assunto connotati ben più astratti. 

La vera innovazione apportata da Anassimene consiste nell'introduzione di un principio quantitativo utilizzato per dare una spiegazione della dinamica materiale che consente all'aria di essere principio di tutte le cose; una spiegazione che Talete aveva omesso di fornire a sostegno della sua ipotesi di acqua come archè. 

Secondo Anassimene tutti gli elementi che formano l'universo non sono altro che aria in un diverso grado di densità. Le trasformazioni avvengono secondo i due processi opposti di rarefazione e condensazione.

A tal proposito Teofrasto scrive:

«[L'aria] Condensata e rarefatta appare in forme differenti: quando si dilata fino ad essere molto leggera diventa fuoco, mentre poi condensandosi diviene vento: dall'aria si producono le nuvole per condensazione e se la condensazione cresce, l'acqua, se cresce ancora, la terra. E all'ultimo grado le pietre. Sicché i contrari fondamentali per la generazione sono il caldo e il freddo.» (Cit. Teofrasto, Opinione dei fisici)

Quindi è l'aria che condensandosi diventa nuvole, e condensandosi ancora, acqua, poi terra e pietra. Al contrario, rarefacendosi, diventa fuoco. La condensazione produce il freddo mentre la rarefazione il caldo. 

Probabilmente Anassimene giunse a formulare questa teoria per mezzo di un semplice esperimento empirico. 

La temperatura dell'aria soffiata all'esterno della bocca è diversa a seconda dell'apertura di quest'ultima: soffiando sul palmo di una mano con le labbra socchiuse la si sentirà più fredda di quando viene espulsa con la bocca aperta, mentre in quel caso sarà percepita come più calda (provate pure!).

Dal suo frammento si può anche dedurre che Anassimene considerava l'aria come una sorta di forza che anima il mondo.

Ma Anassimene non si limitò solo alla cosmogonia, e diede anche un contributo nell'ambito della cosmologia.

La Terra è un cilindro disposto al centro del cosmo sostenuto dall'aria; il Sole e gli altri corpi celesti si sono originati dalla Terra per mezzo dell'umidità che da essa si leva e, diventando leggera, si fa fuoco.

Come il suo maestro, Anassimene ritiene che esista un divenire ciclico del mondo, nel quale tutto si dissolve nel principio originario per poi rigenerarsi da esso all'infinito.

Originale è anche la sua concezione di universo concepito come un gigantesco organismo vivente che respira l'aria in cui è immerso, e il cui respiro è sia la sua vita che la sua anima. 

Forse la scelta della sostanza posta alla base della filosofia di Anassimene derivò da una valutazione dell'importanza che l'aria svolge per la vita degli esseri viventi, in particolare per la respirazione. 

Come questa idea possa essere stata estesa anche ad un livello cosmico si può solo immaginare. Magari Anassimene ricorse ad un'analogia:

l'aria opera a livello cosmico così come opera a livello umano, essa tiene in vita tanto gli esseri viventi quanto l'universo in sé.

Successivamente Diogene di Apollonia difenderà la teoria di Anassimene, e interpreterà l'aria come anima e soffio vitale (pneuma), principio vivificatore che non dà solo la vita, ma anche il movimento e il pensiero.

Secondo la concezione di Diogene, l'aria è increata e intelligente, ordina e domina tutto. 

Anassimene è solitamente considerato un filosofo di minore importanza rispetto a quelli appartenuti alla Scuola di Mileto, anche se in realtà, a mio avviso, si possono trovare dei validi motivi per riaccreditarlo.

Rispetto all'idea di una Terra retta dall'aria e non più in equilibrio nello spazio, così come aveva congetturato in modo davvero geniale e originale Anassimandro, si è certamente compiuto un passo indietro, ma è altresì vero che Anassimene ha mosso un grande passo avanti in termini di coerenza rispetto agli altri pensatori del suo tempo nei riguardi della ricerca dell'archè.

Anassimandro, infatti, introducendo il suo concetto di ápeiron era uscito dal "solco" tracciato dai pensatori della scuola di Mileto, adottando una visione troppo astratta per essere considerata un'ipotesi naturalistica.

Talete, invece, si era soltanto limitato ad indicare che l'acqua è l'archè, senza però spiegare come si trasformasse negli altri elementi noti, cosa che invece Anassimene cercò di fare.

Senza alcuna ombra di dubbio Anassimene fu acuto e originale introducendo l'idea che la qualità potesse derivare dalla quantità, sostenendo che l'aria potesse trasformarsi negli altri elementi attraverso delle variazioni quantitative dovute alla densità.

Per questi motivi, Anassimene può essere incluso a ragione tra i più grandi pensatori naturalisti appartenuti alla Scuola di Mileto.

Mirco Mariucci

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